Valerio Caprara è professore di Storia e critica del cinema all’Università degli studi di Napoli “L’Orientale”.
Dal 1979 è critico cinematografico del quotidiano “Il Mattino”. Relatore in numerosi convegni internazionali, ha redatto e redige voci di cataloghi, annuari ed enciclopedie (tra cui l’Enciclopedia del Cinema e il Dizionario Biografico degli Italiani Treccani) ed è autore del film “Incontro” con Dino Risi, 2001, prodotto per la serie Archivio della Memoria della Scuola Nazionale di Cinema. Ha scritto sulle riviste specializzate nazionali (da “Bianco e nero” a “La Rivista del Cinematografo”) ed è stato autore testi e conduttore in voce e in video di programmi RAI. Direttore artistico degli Incontri Internazionali del Cinema di Sorrento dal 1983 al 2000, ha curato sezioni del Meeting Cinema e Storia di San Marino e del Giffoni Film Festival.
Liliana Cavani è una regista e sceneggiatrice.
Laureata in lettere e interamente votata ad un cinema politico rivoluzionario nel suo genere, inizia la sua carriera di regista con la realizzazione di una lunga serie di servizi televisivi di forte impatto: Storia del Terzo Reich, L’età di Stalin, La casa in Italia, tutti diretti tra il 1960 e il 1966. Dopo I cannibali (1969) e L’ospite (1971), entrambi estremamente duri verso alcuni aspetti della società italiana, realizza nel 1974 Milarepa, ambientato in Nepal, e nello stesso anno ottiene un grande successo con Il portiere di notte, storia dell’ambiguo rapporto tra un ufficiale delle SS e una giovane deportata, che scatena le polemiche dei moralisti. Con Dove siete? Io sono qui (1993) ottiene un nuovo successo, soprattutto per la semplicità della narrazione e per l’estrema cura nella direzione degli attori, e nel 2001 torna al cinema con Ripley’s Game, tratto da un romanzo di Patricia Highsmith e presentato fuori concorso alla 59a Mostra del Cinema di Venezia.Nel 2009 fa parte della giuria della 66ma Mostra del cinema di Venezia.
Un estratto dalla recensione di Anna Maria Mori da “Repubblica” del 21/02/1992:
Berlino. A raccontare l’orrore, a volte, bastano i numeri: a Berlino, subito dopo la liberazione, sono state stuprate dai “liberatori” centomila donne, vale a dire il 9 per cento di tutta la popolazione femminile berlinese dell’epoca (e i dati sarebbero stati forniti per difetto: ci sono fonti secondo le quali, ad essere stuprate, sarebbero state il 60 per cento delle berlinesi); in quella che allora era la Prussia orientale, dal dicembre ’44, quando è iniziata la ritirata dei tedeschi, fino alla fine della guerra, le violentate da soldati dell’Armata Rossa furono due milioni: di queste, duecentomila sono morte, alcune ammazzate direttamente dai soldati che le violentavano. Altre in conseguenza dello stupro. […]
Film dedicato al dittatore e politico sovietico bolscevico. Un racconto sulla presa di potere di Stalin in Unione Sovietica dopo la Seconda guerra mondiale, gli intrecci di alleanze con i partiti comunisti dei vari paesi europei e l’influenza che Stalin ebbe sui loro segretari.
La storia ha come protagonisti Benito Albino Dalser, figlio del dittatore Benito Mussolini e Ida Irene Dalser. Le vicende partono dall’anno in cui Mussolini conobbe la Dalser sino all’anno in cui il loro figlio viene rinchiuso in manicomio. Il film ripercorre l’amore tormentato e non corrisposto di Ida verso il giovane Mussolini, che prima se ne invaghisce, e poi la ripudia, facendo internare anche lei in manicomio, perché troppo invadente ed imbarazzante. Parte della trama racconta anche di Rachele Guidi, consorte di Mussolini dal 1916, e di come la relazione con la Dalser abbia inciso sulla loro vita privata. Vincere è stato l’unico film italiano in concorso al festival di Cannes del 2009 e il film più premiato ai David di Donatello 2010, con otto premi su quindici candidature, fra cui quello per il miglior regista.
Un estratto dall’articolo di Helga Marsala di Artribune del 25/04/2015
Il ruolo delle donne nel cammino della Resistenza? Per molto tempo venne ritenuto marginale, occultato o dimenticato, in linea con la cultura maschilista imperante. La verità, via via, emerse. Consegnando alla storia quel volto femminile della lotta antifascista, che reclamava un suo posto nella memoria collettiva. “Con la resistenza la donna diventa protagonista di un avvenimento storico al fianco degli uomini. Accetta la guerra come individuo che vi partecipa responsabilmente come persona; accetta la guerra con le sue regole di violenza; e la guerra non le risparmierà alcuna violenza”. […]